Giuseppe Sasso si occupa di produrre musiche originali per discografia, spot, cinematografia e radio. In collaborazione con Giuseppe Catalano, ha orchestrato le colonne sonore di alcune tra le produzioni cinematografiche più significative degli ultimi anni in Italia (Napoli Velata, Contromano, Mine vaganti, Le conseguenze dell’amore, il commissario Ricciardi e tantissimi altri) Gli abbiamo fatto qualche domanda sulla situazione attuale in relazione al Cinema e alla Musica:
Iniziamo con una tua percezione:
Credi che la situazione che abbiamo vissuto nell’ultimo anno abbia già ispirato o influenzato le nuove produzioni cinematografiche in termini di racconto?
Questa nuova condizione che tutti stiamo vivendo ha secondo me influenzato le nuove storie da raccontare e quelle già in essere, modificando credo, in alcuni casi anche la sceneggiatura. Il servizio pubblico, quindi, Rai ha incrementato le produzioni di film e telefilm perché la domanda dei contenuti è cresciuta, mentre i produttori indipendenti nel caso dei film in un certo qual modo stanno prendendo tempo per poter uscire nelle sale cinematografiche. Poi per quanto riguarda il mio lavoro, l’attuale situazione e le restrizioni che stiamo vivendo hanno certamente influenzato le modalità di lavorazione e realizzazione di una colonna sonora.
A riguardo dell’ispirazione, invece, non è cambiato nulla o quasi, perché è un lavoro che si è sempre fatto in “isolamento”. Forse l’unico elemento che si è tenuto in considerazione, con ripercussioni sulla musica scritta, sono le scelte e utilizzo dell’organico strumentale.
Qual è il rapporto con le “mode musicali” nel mondo delle colonne sonore e quanto condizionano il lavoro di un produttore musicale?
Non credo che le mode musicali condizionino “troppo” questo tipo di lavoro anche perché spesso si va a fare una ricostruzione storico/musicale sullo stile musicale e sugli strumenti. Faccio un esempio pratico, da poco ho orchestrato le musiche della serie “Il commissario Ricciardi” e in fase di scrittura e orchestrazione si è tenuto conto del periodo storico in cui si muove la storia, quindi diciamo che in questo lavoro per fortuna siamo parzialmente fuori dalle “mode” o quantomeno si utilizzano le “mode” di riferimento in cui si ambienta il girato.
Qual è il futuro prossimo per questo settore?
Il settore audio/visivo ha subito dei danni sicuramente ma a differenza degli altri settori musicali le produzioni cinematografiche dopo la stretta di marzo/maggio 2020 lentamente sono ripartite con molte più precauzioni sulla sicurezza dettate dai vari decreti legislativi che in termini economici ha comportato un’incremento delle spese (tamponi quotidiani e dispositivi). Credo che fino a quando non saremo veramente fuori da questa brutta parentesi, si continuerà così. Nel mio lavoro dove spesso mi ritrovo a dover usare orchestra d’archi o orchestra completa mi appoggio a strutture per la registrazione dove si possono mantenere distanziamento e quant’altro. Poi per quanto riguarda le registrazioni dei singoli strumenti utilizzo il mio studio dove riesco a garantire la giusta sicurezza.
Conosci dei giovani che ritieni talentuosi per questo tipo di professione?
Negli ultimi anni ho sentito diversi lavori di giovani compositori e devo dire che sono rimasto notevolmente colpito dalla loro bravura e preparazione alcuni sono già pronti a fare questo mestiere. Quello che più mi ha colpito per la sua poliedricità è Pietro Pisano che avendo una solida preparazione classica e conosce benissimo anche nella musica etnica del sud Italia. Questa commistione tra classico e etnico può essere sicuramente una buona cosa per produzioni musicali relativa alla musica applicata a film che devono avere connotazioni regionali.
Tre film con una tua colonna sonora che consiglieresti a chi sta leggendo l’intervista:
Uno dei miei lavori come compositore a cui sono molto affezionato è stata la colonna sonora per un’istallazione, “Percorsi di luce” con la regia di Dario Iacobelli tenutasi nella Regia di Caserta per diverse edizioni se non ricordo male dal 2004 al 2009 che ha avuto un notevole successo. Un’istallazione dove musica, luci e video erano sincronizzati e accompagnavano lo spettatore in un percorso magico/esoterico, difficile da raccontare in parole perché venivi catapultato in una reale esperienza di emozioni. In fase di stesura delle musiche per non essere influenzato dalla bellezza del posto non ho mai fatto un sopralluogo ma cercavo al regista quante più informazioni possibili sulla storia e sulle suggestioni da evocare. Solo a musiche completate sono andato a fare dei sopralluoghi e vedere i preparativi che per esigenze di luce venivano svolte di notte. Purtroppo non più fruibile perché era uno spettacolo che veniva messo in scena tutte le sere da maggio a settembre, potrebbe esserci sul web qualche documento video.
Uno dei lavori recenti dove sono il compositore che uscirà probabilmente per il 2021, spero al cinema e non sulle varie piattaforme digitali è il film “Benvenuti in casa Esposito” con la regia di Gianluca Ansanelli tratto dall’omonimo libro di Pino Imperatore, è una commedia molto divertente e sinceramente è stato uno spasso per me scriverne la musica perché i linguaggi musicali usati sono i più disparati, dal pezzo crime, al gipsy fino all’orchestra. L’unica nota dolente è che ho avuto un po’ di difficolta per poterle registrare con i musicisti per via delle restrizioni.
Un’altro film completato a gennaio 2021 ma iniziato alcuni anni fa è “L’ardore dei timidi” regia e sceneggiatura di Antonio Vladimir Marino, è un film a episodi, per la precisione 5 che abbiamo iniziato qualche anno fa con una piccola produzione. Ogni episodio è stato girato, montato e musicato separatamente e solo a episodi completi sono stati fatti i brani di raccordo. Film che andrà nei festival e nei circuiti alternativi e giusto da qualche giorno è arrivata la notizia che siamo in gara per i David di Donatello 2021 credo che sarà difficile entrare nella cinquina perché ci sono i mostri sacri di questo settore ma “mai dire mai”.
Oltre questi 3 lavori mi sento di consigliare un film che ormai è diventato un cult “L’uomo in più” regia di Paolo Sorrentino le musiche sono di Pasquale Catalano, io figuro come orchestratore oltre ad aver registrato tutto, ricordo un simpatico momento; stavamo registrando nel mio studio la voce di Tony Servillo che aveva una scena nel film in cui cantava una canzone, dovevamo registrarla prima delle riprese in modo poi da girare la scena sincronizzata con la registrazione. Servillo veniva da un set di un’altro film dove giravano alle 4 o 5 di mattina e stava senza voce, per ripristinarla un po’ mi chiese se era possibile avere una camomilla con il miele, richiesta strana in uno studio dove di solito si ha solo la macchina del caffè sempre accesa, chiamammo il bar e ci facemmo portare la mitica camomilla con il miele e dopo registrammo “Lunghe notti al bar” che si vede e si ascolta nel film.