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Il secondo appuntamento con gli ospiti del nostro “Diario di bordo” è dedicato a Giulia Anania. Cantautrice, autrice, poetessa, ha scritto canzoni per alcuni dei grandi interpreti della Musica italiana e da pochissimo è in libreria con un libro di poesie. Le abbiamo chiesto un po’ di cose per sapere di più sullo stato della creatività in un periodo difficile come questo:

 

Come sta la tua creatività in relazione a questo periodo? Questa condizione particolare e non certo positiva ti ha ispirato, ti ha svuotato o non ha cambiato i tuoi equilibri più di tanto?

 

La mia creatività è stata una creatività ad “ondate”; con momenti di totale baratro in cui dovevo probabilmente elaborare quello che mi stava accadendo e che stava accadendo a livello globale.
Quello che, all’inizio, mi ha probabilmente bloccato a livello creativo erano tanti piccoli shock emotivi a cui assistevo per la prima volta: da giovane donna occidentale; che non aveva mai conosciuto la guerra; mi hanno turbato le file ai supermercati di persone che sembravano “zombie” anime appese che non avevano strumenti per affrontare il “non fare”.
Chi per dare un senso alle proprie giornate usciva 10 volte al giorno per comprare qualche cosa al supermercato; o correva da solo su un tetto di un palazzo. Spiavo la città vuota – Roma – in cui ero stata ri-catapultata dalla pandemia poiché mi ero trasferita da 8 mesi a Marsiglia. Roma – che avevo lasciato brutta invecchiata e depressa; era tornata bella come non mai; ma irraggiungibile. Sembrava dirmi: guarda come sono bella e felice senza di voi. Siete voi che mi rendete infelice. 
Questi e tantissimi altri input emotivi, mi hanno sicuramente complicato il processo creativo; mi hanno intasata. A fine Aprile in pieno lockdown, mi sono incontrata con Marta Venturini in studio, per finire dei lavori. Ci siamo messe al pianoforte per rilassarci un attimo dopo pranzo, e non ci siamo rialzate fino alle 23 di sera. In quel pomeriggio dopo un mese in cui entrambe non scrivevamo una riga, abbiamo composto tutto di getto un Musical di 15 brani completi di musica e testi – sulla Pandemia. Abbiamo anche sperato di poterlo mettere in scena: ma viste le sorti in cui vessa il mondo del teatro e della musica; non credo accadrà.
Comunque alla fine; in questo anno terribile, ho finito il libro di poesie “L’ Amore è un Accollo” sono riuscita anche a fare delle presentazioni; ho scritto la colonna sonora del film “Hangry Butterflies” usando i suoni senza umani della Roma in quarantena; sono uscite 4 belle hit canzoni scritte per cantanti noti;  ho messo in piedi il call center di assistenza poetica “Pronto Poesia” e le giornate di “Spettacoli improvvisi” , ho partorito il musical con Marta; e composto da autrice circa 10 canzoni ancora inedite. Ho persino fatto dei concerti, ma perché l’ho deciso io.
Quindi non ho fatto poco, ma è un quinto di quello che produco in generale e di quello che vorrei fare. Non so cosa sia l’ equilibrio, e se sia possibile reggersi in piedi mentre il nostro pianeta e la storia roteano su se stessi come su un folle Tagatà.
La mia vita essendo un’ artista o meglio, un’ anima sensibile, è una danza esistenziale. Sono abituata alla solitudine ed agli smottamenti, questo forse mi ha aiutato più di altri a sopravvivere a questo periodo. Ma poi c’è l’emarginazione in cui siamo stati gettati ancor più dopo questo periodo noi artisti; che mi fa soffrire molto. E che mi fa perdere la voglia di fare e scrivere.

 

Nel tuo lavoro di autrice, quanto conta sapere a chi sarà destinata la canzone? L’artista che dovrà interpretarla, quando non collabora direttamente con te, ti è comunque “di ispirazione” in qualche modo?

 

Il lavoro di autrice è un po’ come quello di uno sceneggiatore che ama entrare nel personaggio e nella mente del regista per cui scrive. Ci si impersona, ci si appassiona al personaggio; ci si spoglia di se stessi. E’ un atto di generosità, l’ego evapora, è puro amore per la canzone e l’ altro a cui la si affida.
Quando scrivo per gli altri è completamente diverso da quando scrivo in prima persona, anche perché troverei molto irrispettoso non considerare la storia dell’ interprete e la sua sensibilità. Mi piace molto scrivere davvero per l’artista per cui scrivo; cercare di capire cosa ha urgenza di dire. Aiutarlo anche a dire qualcosa di nuovo rispetto a tutto quello che ha fatto fino a quel momento. A spingersi oltre: in un panorama in cui tutti i testi e le musiche finiscono per assomigliarsi.
Il mio lavoro è molto vario, ci sono occasioni in cui ho la possibilità di comprare una buona bottiglia di vino e a piedi scalzi stare con l’artista a cena a chiacchierar: partire magari da una loro idea di un tema, o da un giro di accordi, o da una sensibilità o un dispiacere, faccio sempre tante domande per capire come stanno. A volte posso seguire un album intero.
In alcuni casi invece, il mio lavoro è proprio spedire una canzone già confezionata e arrangiata ; pensata già per l’artista, o semplicemente bella.                     
L’ importante è scrivere belle canzoni, oneste, e che stiano a pennello a chi le canta. La fortuna che negli ultimi anni sono riuscita a farmi apprezzare e che se mi cercano o se prendono un mio brano è perché vogliono un certo modo di fare canzone, che dica qualcosa.

La tua ultima raccolta di poesie sembra non lasciare spazio a sorprese ma vogliamo saperne di più: “l’amore è un accollo” con quali lati positivi?

 

In realtà il libro ha tantissime letture e tantissime sorprese da riservare ancora, come l’ Amore d’altronde. Non sai mai che ti riserva. Comunque partendo dal titolo: è un libro che parla appunto del nostro grande Accollo, l’Amore.
Non solo a due, ovviamente; anche se da due persone che si amano inizia il mondo. Esco da un bruttissimo periodo: e so che solo cercando la felicità  come dico nella poesia “ Cercheremo Pasolini”  che si trova la Poesia, che si fa Rivoluzione. Essere felici, vivere davvero, sentire la vita, innamorarsi: sono atti di coraggio. E tutte le cose che amiamo non possono prescindere dal fatto che ce le dobbiamo accollare, difendere, proteggere.
Vale per i nostri sentimenti che non dobbiamo lasciare al cinismo, ma anche per la musica, la poesia, i valori come l’antirazzismo, la giustizia sociale, l’antifascismo, la solidarietà. Senza l’Amore la vita non ha ragion d’ essere.

Ci lasci con una poesia? 

 

Ecco qui la poesia giusta per questa intervista: l’ho scritta quando ero ancora a Marsiglia ed il Covid19 sembrava ancora un problema tutto italiano, mentre in Italia tutti erano chiusi in casa. Per sentirmi vicina a Marta ed alle persone a cui volevo bene; ho cercato un abbraccio nel modo che mi è più facile, scrivendo una canzone.

 La Canzone a Distanza 

( Marsiglia – Roma) 

A Marta.

Scriviamo una canzone a distanza,

io dalla mia cucina,

tu dalla tua stanza.

Tu sei a Roma,

io a Marsiglia,

mi sembra che apri la porta con la maniglia.

È una sensazione strana,

ci conosciamo così bene

che non ti sento lontana

anche in questa quarantena

Scriviamo una canzone

per non ammalarci di pena,

attraversiamo lo schermo

come due comete l’universo,

almeno in questo la tecnologia

non avrà perso,

anzi è una meraviglia –

possiamo incontrarci

tra Roma e Marsiglia

anche adesso che c’è la malattia,

che se esci ti spara la polizia.

Da quanto tempo non sentivo la tua mancanza,

parliamo anche di questo

nella nostra canzone a distanza,

parliamo del bello,

serve un ritornello

che farà stare tutti meglio,

una canzone urgente

che parte da noi

ma appartiene alla gente.

Una canzone può fare una rivoluzione,

una canzone è libera di circolare,

può scappare da un balcone,

giocare in un cortile,

andare a trovare per noi le persone care,

può arrivare in terapia intensiva in ospedale

e un’infermiera cambia le lenzuola

e si mette a cantare 

Noi che pensiamo di non valere niente

abbiamo una missione importante:

che la nostra canzone possa contagiare,

lei che è libera di andare,

attraversare ogni confine,

spalancare ogni porto,

nessuno le chiederà il passaporto –

lei che può consolare

chi è chiuso in un carcere,

in un castello o in un monolocale,

scriviamo una canzone sentimentale!

Non ci dobbiamo vergognare, 

possiamo dire parole rare

tipo: ti voglio bene,

non ti preoccupare,

ti voglio aspettare,

parole sane

di robusta costituzione

che ci proteggono come un vaccino

anche se la vera cura sarà di nuovo potersi stare vicino.

Mettiti a favore di finestra,

affida la tua ispirazione all’aria fresca,

io farò uscire dalla serranda

la mia voce roca

mentre viene su nelle nostre cucine

il caffè dalla moka –

ognuno dalla propria postazione

sentiremo anche distanti lo stesso odore

e mettendo insieme i pixel proverò a indovinare

se stai veramente bene

o se non mi vuoi far preoccupare.

Abbiamo tutti e due in mente

la stessa canzone

che per natura non mente,

salverà noi,

salverà tutta la gente.